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La Relazione è Comunicazione

  • Benedetta Bartoli
  • 22 set 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Lo studio della comunicazione è importante in quanto dalla comunicazione passa la relazione con gli altri. Comunicare infatti significa trasmettere un messaggio, ma non solo, significa anche stabilire quale tipo di rapporto ci leghi all'altro (simmetrico/complementare) e quali intenzioni abbiamo in merito ed è il primo modo per entrare in contatto con le altre persone. Il primo assioma della comunicazione enuncia che “è impossibile non comunicare” (Watzlawick), anche quando stiamo in silenzio comunichiamo qualcosa sul nostro stato d'animo, su come ci poniamo nei confronti di chi ci sta intorno, sulle nostre intenzioni, e tutti questi messaggi passano attraverso il nostro corpo. La comunicazione Non Verbale è fatta di posture, gesti, movimenti, sguardi, tutta una serie di comportamenti, non verbali appunti, che dicono di noi molte più cose di quante potremmo dirne a parole. Pertanto accade che la nostra lingua faccia delle affermazioni che il nostro corpo smentisce, dando vita ad una comunicazione ambivalente che non passa inosservata all'inconscio dell'interlocutore. Proviamo a pensare a questa situazione: incontriamo per strada un conoscente o un amico che non vedevamo da tempo, il quale ci saluta dicendo: <<Ciao Mario, che piacere incontrarti>> con un tono di voce spento, un sorriso appena accennato, le braccia incrociate e i piedi rivolti nella direzione opposta alla nostra e nell'atto, ormai quasi compiuto, di fare un passo in quella direzione, che lo allontanerebbe decisamente da noi. Questo è solo un semplice esempio per chiarire come la comunicazione sia qualcosa di molto articolato e molto fine, tale che alcune volte neppure noi stessi siamo pienamente consapevoli di quanto il nostro corpo smentisca le nostre parole.

La questione diventa ancora più sottile quando un tipo di comunicazione non efficacie entra in gioco nelle relazioni strette, tra partner, tra genitori e figli, tra fratelli. In questi tipi rapporti molte problematiche sono legate ad una comunicazione ambigua, disfunzionale, e talvolta ad una scarsa conoscenza e considerazione dell'altro, del suo punto di vista e delle sue intenzioni. Mal interpretare un messaggio significa correre su un binario diverso da quello dell'interlocutore rischiando di andare avanti con fatica e sofferenza senza però riuscire ad incontrarsi. Dalla comunicazione può scaturire la patologia familiare, che solitamente si esprime attraverso un membro specifico del nucleo che funge da “portare” o “significante”.

Un passo fondamentale per iniziare a “curare” la comunicazione è l'ascolto: ascoltare l'altro significa riconoscerlo nei suoi bisogni, nel suo “essere”, nei sui sentimenti profondi, ed aprire la porta alla compartecipazione dell'altro e ad una conoscenza più profonda.

Per questo ho scelto di indirizzare l'attività clinica in modo particolare alle coppie, ed alla comunicazione efficace in generale, in tutti i contesti, poiché dalla conoscenza e dalla consapevolezza nasce la comprensione di sé stessi e degli altri, e dalla comprensione scaturisce l'accoglienza ed il “riconoscimento” di chi ci sta di fronte, creando nuove opportunità di portare avanti relazioni intime e soddisfacenti.

Per avere maggiori informazioni o richiedere una consulenza Psicologica, sia individuale che di coppia, potete contattarmi attraverso il form della pagina o scrivendomi una mail.

 
 
 

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a cura di Benedetta Bartoli e Gabriele Mogavero.

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